Dove:
Villa Bottini |
Quando:
26 ottobre - 3 novembre 2002 |
Orario:
31 ott.-3 nov.:
9-20
altri giorni:
9-19 |
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Forse
nessun disegnatore ha influenzato così profondamente il fumetto
d'avventura come Alexander Gillespie
(Alex) Raymond
(1909-1956), così come nessuno è probabilmente riuscito
ad ottenere nei comics esiti artistici pari ai suoi.
Nel corso di una folgorante carriera troncata da un tragico incidente
automobilistico quando aveva soltanto 47 anni, Raymond ha saputo
sperimentare le numerose possibilità del medium fumetto con
una intensità e una continuità che non hanno eguali.
Ispirandosi
tanto ai pulp magazines
quanto al Tarzan di
Hal Foster e alle opere di illustratori quali Franklin
Booth, Matt Clark
e John LaGatta, Raymond
ha praticamente reinventato il fumetto d'avventura con il suo elegante
approccio grafico, contribuendo a trasformare i comics in una forma
d'arte a pieno titolo.
Dagli esordi come assistente di Russ Westover per Tillie
the Toiler (1929-30), poi di Chic Young per Blondie
(1930-33) e di Lyman Young per Tim
Tyler's Luck (1931-33) all'esordio ufficiale con Flash
Gordon, Jungle Jim
e Secret Agent X-9 nel
1934, Raymond si è imposto come uno dei più grandi
"narratori per immagini" di tutti i tempi, dimostrandosi
grande nel tratteggiare gli "altri mondi" della fantascienza
così come le infide giungle asiatiche e le "giungle
d'asfalto" delle grandi città americane.
Tornato
ai fumetti nel 1944 dopo due anni trascorsi nei Marines, ha dato
con Rip Kirby (1946-56)
una ulteriore testimonianza del suo talento, adottando un tratto
più "patinato" ma non per questo meno efficace,
adattissimo per trame che spesso fondevano sapientemente il mystery
con la sophisticated comedy.
Né va sottovalutato il suo contributo come illustratore,
poiché - di nuovo - fu lui più di ogni altro a nobilitare
il fumetto seriale americano con uno stile che guardò costantemente
ad ambiti artistici almeno teoricamente più "nobili".
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