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Il giallo in tutte
le sue sfumature (noir, poliziesco, giallo procedurale, ecc.) è,
per sua natura, uno degli strumenti più adatti per indagare
l'animo umano e la società che ci circonda. Il
Commissario Spada, l'avvincente
serie realizzata da Gian
Luigi Gonano (ai testi) e da Gianni
De Luca (ai disegni), pubblicato
a ritmi alterni da Il Giornalino dal 1970 fino al
1982, non potrebbe incarnare meglio questa definizione: nei suoi
diciotto episodi di varia lunghezza (si va dalla singola tavola
di Un mezzo successo
alle 74 pagine de Il mistero
della freccia), questa serie presenta
uno spaccato della società italiana degli anni '70 che non
ha molti eguali nel fumetto dell'epoca.
Il commissario
Spada è innanzitutto un poliziesco e, come tale, prende
in esame la malavita, in tutte le sue forme e, soprattutto, nella
sua reale evoluzione storica. Se all'inizio le storie possono avere
un taglio abbastanza classico, quasi di genere, con il passare del
tempo (e l'affinarsi delle doti di sceneggiatore di Gonano) si arriva
a parlare di crimine organizzato, di traffici di droga, di terrorismo,
di sette sataniche (molto prima che queste diventassero di moda).
Anche lo stile di disegno di De Luca sembra rispecchiare questa
parabola evolutiva. Se nei primi racconti la tavola ha ancora un'impostazione
abbastanza classica, pur se vivacizzata dal dinamismo e dalle continue
invenzioni del disegnatore, col tempo si fa evidente una ricerca
di stili di narrazione meno tradizionali e una tendenza alla scomposizione
della tavola che non ha ancora avuto eguali.
L'altro
punto di forza di questa serie sono i personaggi, realistici e umani.
Infatti quella che salta all'occhio in maniera decisamente forte
è la città italiana, la Milano che stava cambiando
come i suoi abitanti, che da poveri contadini o popolani diventavano
"cittadini", con tutti i pregi e i difetti del caso. È
la Milano delle storie pessimistiche di Scerbanenco, una città
spietata che trova il suo difensore in questo povero commissario
di polizia, che nel bel mezzo della serie verrà addirittura
sfigurato e si dovrà accollare il fardello di una faccia
cambiata, diversa, quasi aliena. E questa città, così
forte, ma anche così gentile e debole, fa da contraltare
a tutta una selva di personaggi minori, che scompaiono nel giro
di poche pagine, o che rimangono, come personaggi cardine, visti
nella loro evoluzione continua. Come Sgrinfia, simbolo della piccola
malavita del passato che nulla può contro la violenza spietata
del presente, contro il crimine che si fa sempre più cattivo;
e soprattutto come il figlio Mario, che rappresenta quasi una sorta
di coscienza di Spada, un personaggio che, seppur inserito come
elemento di identificazione per il pubblico più giovane,
è utile, nella sua crescita, a rappresentare in maniera ancora
più efficace l'evoluzione dei tempi e l'arrivo (anche in
Italia) della figura sociale, fino a quel momento ignota, dell'
"adolescente".
Finalmente, dopo più di vent'anni,
il commissario Spada ritorna sugli scaffali delle librerie, in una
serie di quattro volumi che raccolgono la sua lunga avventura editoriale,
e che vedrà il suo debutto proprio durante Lucca
Comics & Games 2002.
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