Dove:
Foro Boario
Quando:
26 ottobre - 3 novembre 2002

Orario:
31 ott.-3 nov.:
9-20
altri giorni:
9-19

Pagina principale
Biografia di Gianni De Luca

Il giallo in tutte le sue sfumature (noir, poliziesco, giallo procedurale, ecc.) è, per sua natura, uno degli strumenti più adatti per indagare l'animo umano e la società che ci circonda. Il Commissario Spada, l'avvincente serie realizzata da Gian Luigi Gonano (ai testi) e da Gianni De Luca (ai disegni), pubblicato a ritmi alterni da Il Giornalino dal 1970 fino al 1982, non potrebbe incarnare meglio questa definizione: nei suoi diciotto episodi di varia lunghezza (si va dalla singola tavola di Un mezzo successo alle 74 pagine de Il mistero della freccia), questa serie presenta uno spaccato della società italiana degli anni '70 che non ha molti eguali nel fumetto dell'epoca.

Il commissario Spada è innanzitutto un poliziesco e, come tale, prende in esame la malavita, in tutte le sue forme e, soprattutto, nella sua reale evoluzione storica. Se all'inizio le storie possono avere un taglio abbastanza classico, quasi di genere, con il passare del tempo (e l'affinarsi delle doti di sceneggiatore di Gonano) si arriva a parlare di crimine organizzato, di traffici di droga, di terrorismo, di sette sataniche (molto prima che queste diventassero di moda). Anche lo stile di disegno di De Luca sembra rispecchiare questa parabola evolutiva. Se nei primi racconti la tavola ha ancora un'impostazione abbastanza classica, pur se vivacizzata dal dinamismo e dalle continue invenzioni del disegnatore, col tempo si fa evidente una ricerca di stili di narrazione meno tradizionali e una tendenza alla scomposizione della tavola che non ha ancora avuto eguali.

L'altro punto di forza di questa serie sono i personaggi, realistici e umani. Infatti quella che salta all'occhio in maniera decisamente forte è la città italiana, la Milano che stava cambiando come i suoi abitanti, che da poveri contadini o popolani diventavano "cittadini", con tutti i pregi e i difetti del caso. È la Milano delle storie pessimistiche di Scerbanenco, una città spietata che trova il suo difensore in questo povero commissario di polizia, che nel bel mezzo della serie verrà addirittura sfigurato e si dovrà accollare il fardello di una faccia cambiata, diversa, quasi aliena. E questa città, così forte, ma anche così gentile e debole, fa da contraltare a tutta una selva di personaggi minori, che scompaiono nel giro di poche pagine, o che rimangono, come personaggi cardine, visti nella loro evoluzione continua. Come Sgrinfia, simbolo della piccola malavita del passato che nulla può contro la violenza spietata del presente, contro il crimine che si fa sempre più cattivo; e soprattutto come il figlio Mario, che rappresenta quasi una sorta di coscienza di Spada, un personaggio che, seppur inserito come elemento di identificazione per il pubblico più giovane, è utile, nella sua crescita, a rappresentare in maniera ancora più efficace l'evoluzione dei tempi e l'arrivo (anche in Italia) della figura sociale, fino a quel momento ignota, dell' "adolescente".

Finalmente, dopo più di vent'anni, il commissario Spada ritorna sugli scaffali delle librerie, in una serie di quattro volumi che raccolgono la sua lunga avventura editoriale, e che vedrà il suo debutto proprio durante Lucca Comics & Games 2002.

 

 

 
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