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Il mio nome è Martin Mystère
Creato
dalla fertile penna di Alfredo
Castelli nel 1982, e
realizzato graficamente da Giancarlo Alessandrini, Martin Jacques
Mystère è un insolito detective: archeologo, antropologo,
esperto d'arte, collezionista di oggetti inusuali, uomo d'azione
e instancabile viaggiatore, è americano di nascita (vive
a New York, in un piccolo appartamento pieno di libri e oggetti
curiosi al numero 3/a di Washington Mews), ma si è formato
culturalmente in Italia.Dopo la mysteriosa morte dei suoi genitori
(1965) in un incidente aereo forse provocato dagli Uomini in Nero,
ha cominciato a occuparsi dei "grandi enigmi" mai risolti,
cioè di quegli enigmi che la scienza "ufficiale"
non prende in considerazione e che non sono ancora stati razionalmente
risolti, da quelli archeologici a quelli storici, da quelli scientifici
o parascientifici a quelli esoterici, spaziando occasionalmente
nel campo degli Ufo, dei poteri Esp, della magia.
Argomenti
che esercitano l'inquietante attrazione dell'inesplicabile, un fascino
che diventa ancora più intrigante quando i "mysteri"
si svolgono ai nostri giorni, nella nostra società e nel
nostro tempo, e quando, in ambienti apparentemente consueti e ordinari,
il fantastico si scatena all'improvviso. A conclusione di ogni sua
"indagine", Martin Mystère ne archivia il resoconto
su un personal computer, di cui è un abile ed esperto utente;
dalle sue esperienze trae spunti per volumi di successo e per una
trasmissione televisiva intitolata "I Misteri di Mystère".
Pur possedendo un fisico atletico e la capacità di utilizzarlo,
pur essendo un formidabile "tuttologo", pur disponendo
di un "gadget" fantascientifico (una mysteriosa arma "vecchia
di quindicimila anni" che emette raggi in grado di paralizzare
momentaneamente gli avversari), Martin Mystère non è
assolutamente un "superman": è dotato, infatti,
di una grande autoironia (lui stesso non si prende troppo sul serio
e si autodefinisce "Il Buon Vecchio Zio Marty") e, in
più, una serie di difetti (la tendenza a tirare tardi, la
verbosità, la paura di invecchiare) lo rende un personaggio
"umano" e accattivante. Suo compagno fedele di avventure
è il neanderthaliano Java, vero uomo della caverne scovato
da Martin in una "nicchia" preistorica in Mongolia e soltanto
superficialmente civilizzatosi. Martin Mystère e Java formano
una di quelle coppie "impossibili" che possono esistere
unicamente nel mondo della fantasia. Nel corso delle sua saga, Martin
trova spesso sulla sua strada gli Uomini in Nero, una sorta di setta
secolare avversa a ogni scoperta o ipotesi che vada contro l'ordine
costituito e la cultura ufficiale. Altro avversario fisso è
Sergej Orloff, vecchio amico della giovinezza in seguito dedicatosi
al crimine.
Martin non è un super-eroe, ma una persona "normale",
e non si butta nel pericolo per il puro gusto di farlo; quando affronta
dei gravi rischi, deve avere precise ragioni. È un uomo colto,
ma non sa tutto di ogni argomento. Guadagna abbastanza denaro, ma
non ha risorse economiche infinite. Non è un playboy: ama
il gentil sesso, ma è tendenzialmente monogamo, ed è
fedele alla sua compagna
Diana Lombard (e viceversa). Martin non è detective nel
senso stretto del termine. Non ha clienti che si rivolgono a lui
per proporgli un caso; non esegue indagini a pagamento o su commissione,
ma entra in azione soltanto se l'argomento lo interessa in modo
particolare. Qualche volta ma di rado i suoi amici
Travis o Chris Tower lo coinvolgono come consulente in casi particolarmente
mysteriosi.
[testi tratti dal sito dell'editore Bonelli]
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